Cowspiracy è un film documentario che affronta l’enorme questione dell’impatto sull’ambiente degli allevamenti animali (in particolare bovini, ma non solo), informando con dati incontrovertibili (es. ONU, Fondo Monetario Internazionale):
– immissione in atmosfera di grandi quantità di gas, che determinano il riscaldamento dell’atmosfera (metano, anidride carbonica derivanti dal loro metabolismo e dai processi digestivi) influendo pesantemente sul clima;
– deforestazione di enormi superfici, soprattutto in Amazzonia, per creare pascoli per animali da carne destinati agli consumi dei fast-food (la riduzione delle foreste è causa dell’aumento dell’anidride carbonica in atmosfera);
– produzione di grandi quantità di deiezioni, che vanno ad inquinare, oltre al suolo, anche i mari trasportate dai fiumi; la mineralizzazione di questi rifiuti organici è a sua volta responsabile della produzione di grandi quantità di anidride carbonica, che si accumula nell’atmosfera;
– consumo di enormi quantità di acqua, impiego di ingenti risorse energetiche e inquinamento del suolo e delle acque: per l’abbeveramento degli animali, per la pulizia delle stalle e delle attrezzature, per la produzione della soia e del mais necessarie alla loro alimentazione, per lo svolgimento di tutte le fasi del processo di produzione della carne (dalla macellazione al trasporto alla gestione degli scarti).
Forse ci siamo dimenticati di qualcosa, ma tutto questo ci pare già sufficiente per riflettere. Per completare il quadro, possiamo aggiungere agli effetti ambientali gli effetti sulla salute, ampiamente e scientificamente documentati da decenni, di un eccessivo consumo di carni e prodotti animali: aumento del rischio di malattie cardiovascolari e tumori (prime cause di morte e di invalidità). Basta e avanza.
Dopo aver visto Cowspiracy ci siamo convinti che è importante affrontare l’argomento dell’impatto dell’allevamento degli animali sul clima, sull’ambiente, sulla salute. Lo faremo con la stessa convinzione e perseveranza che mettiamo nel parlare di fonti energetiche sostenibili, di rifiuti, di consumo di suolo, di biodiversità e di tutti gli altri temi di cui Legambiente si occupa da decenni.
Né animalisti, né vegani, né ambientalisti d’assalto, dunque; semplicemente informati, previdenti, attivi. Essere informati: ne facciamo una questione di principio, per compiere scelte, per esprimere giudizi, per agire. Essere previdenti: guardiamo al futuro, a quello nostro e a quello dei nostri figli, e vi dedichiamo il nostro maggiore impegno. Essere attivi: per non subire, per migliorare, per cambiare.
ESSERE LEGAMBIENTE: fedeli al motto “Pensare globalmente, agire localmente”, con il metodo scientifico che da sempre ci caratterizza.