Fossò

Fossò si stende in una fertilissima area pianeggiante, nella zona della Riviera del Brenta tra Padova e Venezia.

Il toponimo può essere fatto derivare da "Fossadum", riferito ad un probabile ramo minore del Brenta.

Un atto di compravendita di terreni, del 1073 rileva che il paese era già formato, con il titolo di "villa" e specifica che è posto nella giurisdizione della "pieve" di Sermacia, cioè Vigonovo.

La qualifica di villa comporta l'implicita affermazione che Fossò avesse già allora una chiesa, benchè sia necessario arrivare al 1130 per trovare la prima citazione certa: risale a quell'anno infatti una conferma data da S. Bellino, vescovo di Padova, ai canonici della città di beni e diritti loro pertinenti, comprendendovi la "cappella" di San Bartolomeo in Fossò.

L'evento maggiore fu il completamento nel 1761 di una nuova chiesa parrocchiale dedicata a San Bartolomeo e destinata a sostituire la precedente, consacrata neI 1355.

NeI 1797 giunge in Italia Napoleone Bonaparte che, con il Trattato di Campoformido, mette fine alla gloriosa Repubblica di Venezia e con I'avvento del napoleonico Regno d'italia nel 1806 furono creati i comuni di Fossò e di Sandon, che vennero assegnati al Dipartimento del Brenta (l'attuale provincia di Padova), per essere poi trasferiti l'anno dopo al Dipartimento dell'Adriatico (provincia di Venezia).

Dal secondo dopoguerra Fossò ha avuto un buon sviluppo economico, che ha favorito anche l'espansione urbanistica e l'incremento della popolazione del capoluogo, tanto che nel 1957 si è resa necessaria la costruzione di una nuova chiesa parrocchiale.

L'attuale sviluppo ha trasformato il comune, un tempo essenzialmente agricolo, in un'area prettamente industriale, artigianale e commerciale.

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