Giustizia
GIUSTIZIA CLIMATICA
Grazie alla mobilitazione dei giovani nel mondo, la richiesta di giustizia climatica, lanciata all’inizio del secolo dal World Social Forum, è tornata a farsi sentire. Nella doppia indicazione: per i paesi poveri e per i poveri nei paesi ricchi. E ad oggi le migrazioni sono l’unica vera politica di adattamento ai cambiamenti climatici che i paesi poveri possono adottare.
Se guardiamo anche solo agli arrivi in Italia degli ultimi anni, possiamo riscontrare una corrispondenza, quasi aritmetica, tra crisi climatiche nei paesi subsahariani e incremento dei flussi migratori verso l’Europa. Questo significa una cosa fondamentale: come il cambiamento climatico è strutturale e condizionerà lo sviluppo nei prossimi decenni, così le migrazioni non sono un fatto emergenziale di questo periodo, ma un processo strutturale e durevole. Infatti, l’aumento della popolazione in Africa non è destinato a rallentare, tutt’altro, e, al rovescio, l’Europa continua ad invecchiare (l’ONU prevede che al 2050 la popolazione africana passerà dall’attuale miliardo a 2,2 miliardi e se la percentuale di migranti rimanesse uguale ad oggi, ossia il 2,5%, si passerebbe da 24 a 54 milioni per anno di migranti, di cui almeno 7,5 milioni in Europa - 220.000 persone all’anno). Inoltre, tutti gli studi confermano che i flussi migratori continuano a crescere nei paesi poveri fino a che il reddito medio non si attesta sopra i 5000$ annui, ed oggi il reddito medio nell’Africa subsahariana si è fermato sotto i 3500$ annui.
È necessario perciò che gli organismi internazionali riconoscano al più presto la figura del “rifugiato climatico e ambientale”.
Chiediamo che si agisca in Europa e a livello internazionale per il riconoscimento tra i soggetti aventi diritto d’asilo i migranti climatici e ambientali, che ripristini subito la protezione umanitaria, che inverta la rotta dei finanziamenti alla cooperazione internazionale vincolandoli ad azioni di adattamento ai cambiamenti climatici nei paesi subsahariani, e di sviluppo delle energie rinnovabili in quei territori, che promuova una campagna nazionale per la diffusa conoscenza del fenomeno, che oggi è misconosciuto.