Pensiamo che sia utile proporre la lettura dell’articolo di Laura Puppato intitolato “TAV, per la Francia non è più una priorità”, che conferma ulteriormente, in modo non ideologico né preconcetto, quello che da sempre gli ambientalisti dicono.
Quella che segue è una sintesi. Per leggere tutto l’articolo clicca qui.
“La TAV non è un’opera prioritaria: lo diciamo senza avere la palla magica, solo con la lettura della documentazione tecnica ed economica.
Dal 1988 quella tratta è in progressiva e costante riduzione di traffico merci e passeggeri, il progetto non era neppure esecutivo, i costi stratosferici e i danni paesaggistici immensi senza che vi fosse uno straccio di ragione per scegliere di devastare invece che di implementare l’esistente.
Il corridoio 5 come corridoio est-ovest appunto, era stato interrotto e contestato dall’estremo est all’estremo ovest e ormai tutti, compreso il commissario Mainardi della Tav Trieste-Venezia, affermavano come voce nel deserto, che non ci si può permettere una spesa di decine di miliardi di euro in assenza di prospettive vere di collegamento e di traffico con gli altri Paesi Eu. Non senza prima operare su miglioramento ed ampliamento delle reti esistenti con costi infinitamente inferiori e vantaggi immediati sulla velocità di trasporti merci e passeggeri.
La stessa Ue non la considera più – per le medesime ragioni – opera strategica, implicitamente e attraverso il diverso accasamento dei finanziamenti, a concentrare le risorse sulle tratte sud-nord da porto a porto, come tutte le previsioni sul traffico indicano. Brennero, Tarvisio, San Gottardo sono i valichi interessati dalle tratte in crescita e su queste si deve concentrare l’investimento per l’alta capacità ferroviaria. La Corte dei Conti Francese a Novembre 2012 ha negato giustificazione a quell’opera, mentre la politica rappresentata da Monti si è affrettata in quel momento a ri-garantire che la Francia sarebbe andata avanti “come un treno”. Appunto.
Le risorse relative verranno investite altrove: speriamo nel miglioramento delle tratte ferroviarie esistenti, in particolare sulle tratte regionali, sulla metropolitana di superficie, sui colli di bottiglia che impediscono di viaggiare con orari garantiti, insomma in una serie di piccole e medie opere pubbliche, invece che una grande opera inutile, spalmate sull’intero territorio nazionale, che offriranno lavoro e dunque occupazione e prospettive all’intero paese.
Riprendiamoci il dovere di pianificazione indicando le priorità con serietà e congruità economica nelle scelte per il paese.“