Pubblichiamo volentieri quest’articolo del nostro amico Michele Zanetti, che condividiamo.
E così il riscaldamento globale si rivelò, quasi d’improvviso, ai governanti del Veneto, ricco (de schei) e poverissimo (di amor proprio); e lo fece ai governati passati, presenti e futuri, tutti uguali e destinati a non cambiare, perché per tale utopico risultato bisognerebbe cambiare il livello culturale dei Veneti: impresa ancor più utopica della precedente.
Detta così sembra una citazione biblica, ma qui, di biblico, c’è soltanto l’improvvida stoltezza.
Piogge eccezionali, “bombe d’acqua” le hanno chiamate, per sottolineare che la Natura ha mosso guerra agli stolti, ovvero fa semplicemente il suo mestiere: selezionare duramente i più dotati, i più adatti ed eliminando o penalizzando impietosamente i più inetti. Le piogge abbondantissime del gennaio più caldo dell’ultimo secolo hanno improvvisamente scoperto le furberie del Veneto e dei suoi governanti, imprenditori e cittadini, nessuno escluso. Nessuno, infatti può chiamarsene fuori: dal governatore Zaia, al suo predecessore illustre Galan, di cui non si hanno più notizie e fino all’ultimo dei sindaci, tutti hanno partecipato e interagito nel “sacco urbanistico” della regione più bella d’Italia.
I risultati sono nei dati di fatto: due devastanti alluvioni in tre anni. La seconda, quella di appena venti giorni fa, persino “fortunata”: nel senso che è mancato nulla che il disastro assumesse proporzioni stile “Sessantasei”. La neve sulle Dolomiti, nella situazione contingente, ha graziato i territori del Basso Piave e del Basso Tagliamento.
Ora si contano i danni, si invocano rimborsi, si accusa Roma di tenere per sé tutte le risorse dei poveri, ricchissimi Veneti. Soltanto poche, flebili voci escono dal coro per dire: “scusate, ma avete considerato le vostre responsabilità? Avete fatto i conti di quante superfici avete impermeabilizzato, urbanizzando le campagne, dilatando le città con insediamenti satellite inutili, costruendo mega strade e superstrade, mega centri commerciali e quant’altro?”.
Parole del tutto inutili, ovviamente, perché da domani si ricomincerà … “a crescere” e nessuno ricorderà più la stupidità di progettisti e amministratori che hanno proposto e approvato i garages sotterranei e dunque sotto falda, in pianura.
Noi però desideriamo incoraggiare la memoria e lo facciamo da naturalisti: da semplici e inascoltati naturalisti di provincia, che tra le categorie culturali di questa società sono assimilabili ai “parìa” dell’India.
Lo facciamo rivolgendo all’assessore Chisso (quello delle superstrade e del grande Project financing, con cui si pagano le opere dieci volte tanto) una timida proposta: perché non facciamo, nell’attesa della prossima alluvione, la manutenzione degli argini del Piave?
Qui dovremmo ora spiegare all’assessore Chisso cosa sono gli argini del Piave e a che cosa servono. Ebbene gli argini del Piave sono i dossi lineari che difendono la Bassa Pianura compresa fra il Sile e il Livenza e le ragioni della nostra oziosa richiesta sono dovute al fatto che essi sono stati letteralmente abbandonati negli ultimi tre decenni. Al punto che sono stati localmente invasi da boscaglie di amorfa e da boschetti di robinia, che possono comprometterne la tenuta e la solidità in caso di piena del Piave.
Oltretutto si tratta delle ultime, preziose praterie di pianura, ricche di vita selvatica e di specie vegetali interessanti, che con il rimboschimento spontaneo vanno perdute.
Noi proponiamo quindi di restaurare gli stessi argini, estirpando i boschetti e gli arbusteti, falciandoli regolarmente e facendolo con lo stile del project financing. Si potrebbe infatti pagare le grandi imprese incaricate a tale compito con il fieno ricavato dagli sfalci. Fieno prezioso e profumato, esente da OGM, che le stesse potrebbero rivendere alle grandi aziende di allevamento dei bovini, dei conigli, degli elefanti e quant’altro. In modo tale che il latte che giunge sulle nostre tavole la mattina fosse un po’ più sano.
Questo è il project financing che proponiamo, con urgenza, alla Regione Veneto.