I dibattiti sull’ambiente sono spesso monotoni e pesanti, a meno che non si sia veramente ambientalisti appassionati. Il dibattito proposto da Legambiente ha cercato di andare oltre il “politichese”, evitando di cadere nel banale e di dare spazio al “già visto” o alle tiritere generiche. La scelta di mantenere i tempi delle risposte strettamente contingentati ha consentito di mantenere il ritmo serrato e di non disperdere le risposte.
Nella prima fase i candidati sindaci hanno avuto un minuto a testa per presentarsi professionalmente e politicamente e per esporre in estrema sintesi il programma.
Poi si è entrati nel vivo della serata. Le domande proposte da Legambiente, volte a saggiare la preparazione degli interlocutori, non volevano certo mettere in difficoltà (tanto è vero che sono state scelte casualmente dagli stessi candidati attraverso estrazione a busta chiusa) quanto piuttosto portare alla luce punti di rilievo in materia ambientale. L’obiettivo era ovviamente duplice: verificare la capacità di restare aderente alla tematica e fornire qualche traccia utile per il futuro sindaco.
La fase di dibattito con il pubblico si è rivelata, forse la più complicata, ed ha reso necessaria la scrematura delle domande. Le domande scritte dai cittadini presenti in sala sui moduli predisposti da Legambiente, infatti, erano molto varie, a volte provocatorie e col solo scopo di mettere in difficoltà alcuni candidati o favorirne altri; si è quindi preferito selezionarne solo alcune in materia di grandi temi (le energie rinnovabili, il polo logistico di Dogaletto, riciclaggio e smaltimento rifiuti) e proporle a tutti i candidati.
Il cittadino ha potuto così mettere a confronto le risposte e farsi una propria opinione. Il dibattito ha quindi raggiunto il suo scopo stimolando dubbi e riflessioni.
Una piccola riflessione conclusiva. Ciò che è emerso dall’approccio di alcuni candidati sindaci è stato il loro rapporto distaccato con l’ambiente, come se questo fosse un entità evanescente non ben definita. Bisogna rendersi conto che l’ambiente non è solo ciò che ci circonda: ne facciamo parte anche noi stessi, noi siamo ambiente. Spesso anche dire che condividiamo il resto del pianeta con tutte le creature è riduttivo, noi non condividiamo noi siamo tra quelle creature. L’ambiente siamo anche noi. Sarebbe bello quindi che il futuro sindaco facesse tesoro di questo piccolo pensiero e la prossima volta che parla di ambiente si ricordasse che in fin dei conti parla un po’ anche di se stesso.
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