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Abbiamo accumulato un grosso debito con la natura e l’ambiente, debito che, al pari di quello finanziario e di tutti gli altri debiti, non pagheranno gli attuali viventi, ma quelli che verranno: i figli dei nostri figli. Stiamo parlando della perdita di BIODIVERSITÀ, che non avviene solo nelle foreste pluviali dell’Amazzonia, del Congo e del Borneo, ma anche in Europa, in Italia, nella Riviera del Brenta.
Quali le CAUSE? Tre principalmente: le pratiche dell’agricoltura industriale, il consumo di suolo e il cambiamento del clima.
L’agricoltura industriale ha semplificato paesaggio e impoverito la biodiversità riducendo il numero di specie coltivate con la monocoltura, eliminando le siepi, i fossi e i bordi dei campi, arando in profondità i terreni, utilizzando massicce quantità di sostanze chimiche e biocidi, che hanno ridotto la presenza degli insetti e, di conseguenza, quella degli uccelli.
Il nostro l’ambiente è divenuto inospitale per la maggior parte degli insetti impollinatori, come le api, che sono responsabili di circa il 70% dell’impollinazione di tutte le specie vegetali sul pianeta e da sole garantiscono circa il 35% della produzione globale di cibo.
In Europa la produzione di circa l’80% delle 264 specie coltivate dipende dall’attività degli insetti impollinatori. La protezione degli insetti impollinatori, in particolare api e farfalle, è quindi di fondamentale rilevanza.
Le api forniscono inoltre preziosi prodotti dell'alveare quali: miele, polline, pappa reale, cera, propoli, veleno, da sempre utilizzati ed apprezzati dall’uomo.
Possiamo fare qualcosa per contrastare la riduzione della biodiversità? Sì, possiamo fare molto, a cominciare da porre maggiore attenzione a ciò che acquistiamo, a quello che mangiamo, a come ci muoviamo.
Possiamo anche intervenire direttamente sull’ambiente modificandolo in modo positivo, come stiamo facendo con il progetto Cibo per il Clima, che stiamo realizzando in collaborazione con altre associazioni e con il CSV di Venezia: favoriamo la presenza delle api e degli insetti impollinatori selvatici piantando piante mellifere dovunque possibile sia direttamente che sollecitando i Comuni a farlo.
I nostri amici apicoltori ci raccontano la bellezza straordinaria del lavoro delle api nell’alveare e quanto poco siano pericolose per l’uomo.
In Italia si verificano mediamente 10-20 morti all’anno in conseguenza di punture di imenotteri (api, vespe, calabroni). Si tratta di 0,02-0,4 casi per 100.000 abitanti, che avvengono soprattutto nelle zone più calde del paese. I morti per incidenti stradali, ci dicono, sono ben più di 3.000 all’anno: 5 ogni 100.000 abitanti, 9 al giorno! Non dobbiamo aver paura delle api e degli insetti in genere. Quanto di positivo fanno per noi è impagabile e ben superiore ai rischi che la loro presenza ci fa correre.
Lo sviluppo delle Bee Highway (letteralmente Autostrade per le Api) si sta diffondendo in Europa perché è stata individuata come risposta utile a contrastare la scomparsa degli insetti impollinatori. Creare siepi, corridoi, aiuole, prati e giardini fioriti per favorire la presenza delle api e degli altri insetti impollinatori è ormai un’esperienza consolidata in molti Paesi e città dell’Europa (Inghilterra, Londra, Milano, Oslo, Olanda, Milano), tutte esperienze di successo che non hanno creato problemi alla popolazione, dimostrando che il beneficio apportato dal punto vista ambientale è infinitamente maggiore dei rischi che vi sono correlati.