Eni, la controllata di Stato nemica del clima: Legambiente torna a lanciare l’allarme sul pericolo che l’azienda rappresenta, se le sue politiche non cambieranno direzione di marcia. Infatti, mentre tutto il mondo parla di come affrontare la crisi climatica, di obiettivi di decarbonizzazione e di come sviluppare urgentemente azioni di adattamento e di mitigazione ai cambiamenti del clima, l’Eni batte il suo record di produzione: 1,9 milioni di barili al giorno nel 2018, il numero più alto mai registrato dalla compagnia (+5% di produzione rispetto al 2017).
In un dossier che raccoglie numeri e storie, l’associazione ambientalista fa il punto sui progetti di Eni, per la quasi totalità centrati sulle fonti fossili, lasciando ai margini le rinnovabili.
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Nel 2018 Legambiente ha lanciato una petizione per chiedere al Governo di approvare “azioni concrete di lotta ai cambiamenti climatici, puntando su un futuro 100% rinnovabile, su efficienza e innovazione ed eliminando una volta per tutte i sussidi alle fonti fossili”: le 35.000 firme della petizione #NoOil sono state consegnate lo scorso dicembre al Ministro dello Sviluppo Economico Di Maio invitandolo ad assumere obiettivi ambiziosi per combattere il surriscaldamento del pianeta e tramutare in realtà gli impegni assunti con l’Accordo di Parigi.
Ora attendiamo risposta dal nuovo Governo. Che sia la volta buona?