Il Piano Regolatore di Dolo, in vigore da più di dieci anni, prevede di costruire una grande quantità di metri cubi di edifici e di cementificare una grande quantità di fertile suolo di campagna basandosi su proiezioni demografiche sostanzialmente assurde, tanto che non si sono verificate: il numero degli abitanti è cresciuto pochissimo, solo poche centinaia, mentre il piano regolatore prevede un incremento di diverse migliaia. Risultato: molti appartamenti e case costruiti e non venduti, molti ancora da costruire: centinaia di migliaia di metri cubi ancora a disposizione dei costruttori.
Nel frattempo, a causa della crisi e della scarsa vocazione industriale della nostra zona, i capannoni sono in via di abbandono: vuoti scheletri che cementificano inutilmente il suolo.
Cementifica qua, asfalta là, “stropa e tombina i fosi”… complici i cambiamenti climatici il rischio di allagamenti aumenta e molte famiglie quando piove vivono nella paura.
Si aggiunga che molte vecchie abitazioni, in centro ma non solo, sono vuote: dopo la morte dei proprietari, quasi sempre anziani, nessuno è andato ad abitarvi.
Di fronte a tutto ciò, che cosa ci si aspetterebbe da un’Amministrazione che scrive ben in evidenza sul proprio sito: “Il Comune di Dolo aderisce al “Patto dei Sindaci” per la riduzione della CO2, sostienilo anche tu…abbassa, spegni, ricicla, cammina…aiuterai l’ambiente e potrai risparmiare”? Ovvio: sensibilità ambientale! E, dato che il suolo è una risorsa finita e non rinnovabile, ci aspetteremmo la correzione dell’errore delle precedenti amministrazioni, che hanno esagerato, ossia un nuovo piano regolatore (o, meglio, PATI: Piano di Assetto Territoriale, Intercomunale perché interessa anche Fiesso), che non aumenti, anzi riduca, le superfici ed i volumi costruibili nei prossimi anni.
E invece NO! Non contenti del Piano Casa regionale, sordi al grido di aiuto di un territorio ormai allo stremo, eccoti altre grandi quantità di metri quadrati e cubi a disposizione dei costruttori, subito o con un’ulteriore espansione nel futuro.
Ancora una volta emerge la mancanza di visione strategica e la Riviera si conferma terra di conquista.
Legambiente, nell’affollato convegno “Prima che sia troppo tardi. Il Veneto e la Riviera che vogliamo” organizzato il 26/2/2010 nell’ex-Macello di Dolo, mise in evidenza, grazie alle relazioni di importanti urbanisti, la grande divergenza tra crescita (insignificante) della popolazione e aumento (abnorme e disordinato) dell’edificazione. C’era ancora la passata amministrazione (di altro colore) e speravamo che si sviluppasse una seria riflessione su “Che Riviera vogliamo”.
Oggi la nuova Amministrazione al governo del paese e del territorio può decidere se lasciare il proprio duraturo segno di cambiamento o continuare nell’ottica vecchia e disastrosa (economicamente e ambientalmente) dell’espansione edilizia.
Chiediamo all’Amministrazione di Dolo (e di Fiesso d’Artico) di abbandonare l’attuale proposta di PATI e di ripensarlo da zero confrontandosi in modo trasparente, serio e democratico con il “pubblico”, come la normativa europea prevede obbligatoriamente: prima di scrivere il piano, non quando i giochi sono già stati decisi.