Dopo un breve saluto agli amici, organizzatori dell’evento, della FIAB di Mirano ci siamo mossi alla testa del corteo sugli argini del Pionca con meta la zona di incontro tra Pionca e scolo Volpin; chi a piedi, chi in bicicletta, chi con cane a seguito! Noi abbiamo preferito a piedi per poter gustare meglio il paesaggio.
Sono parse evidenti subito alcuni sintomi di malessere del Pionca. La presenza di rifiuti abbandonati, o portati dai flutti, lungo le sponde e un nuovo enorme alveo, creato dopo le recenti modifiche del Consorzio di Bonifica, rispetto all’esigua portata. Stringendoci il cuore proseguiamo interessandoci della vegetazione riparia installata, si dice, a fini fitodepurativi dal Consorzio di Bonifica Acque Risorgive. Spicca evidente la presenza di Typha Latifolia e Carex sp., la domanda che ci si pone è immediata: e gli arbusti dove sono? Quello che ci si presenta non è altro che una landa desolata costituita da sterpaglie con un piccolo corso d’acqua vicino. I pochi salici cresciuti spontaneamente lungo le rive sono stati tagliati dal Consorzio di Bonifica. La motivazione portata è stato il consolidamento, al contrario di tutti i principi idraulici e fluidodinamici (e fitodepurativi!!!).
Sempre più scettici andiamo avanti sotto il sole che si alza e inizia a scaldare; servirebbe proprio ogni tanto un po’ d’ombra ma i pochi alberi che donavano riparo e nutrimento a uccelli, e all’uomo, sono stati abbattuti! Giunti alla meta ci viene offerto un piccolo rinfresco, ci voleva proprio. Ci salta agli occhi però una cosa assurda! Una piantumazione di salici (ipoteticamente neri) su di una collina di deposito di sedime! Lontano dalla falda e dall’acqua di cui hanno bisogno le piccole plantule faticano a crescere e, nonostante alcune stiano germogliando, altre non ce l’hanno fatta e si sino seccate. Perché piantare questi alberi su di una collina e non sulle rive del Pionca? Una domanda che ci poniamo e a cui difficilmente riusciremo a dare risposta.
È il momento della foto di gruppo e poi, ci avviamo verso la strada del ritorno attraversando il corso d’acqua grazie ad una delle opere del consorzio di bonifica, pare assomigliare ad una chiusa ma non lo è e spiegarne la funzione.
Apprezziamo con piacere lo stato migliore dell’argine di destra, su cui ci siamo portati, tuttavia ancora non siamo soddisfatti, e ancora una volta notiamo con dispiacere una prova del basso livello delle acque, dovuta un po’ alla siccità e un po’ all’opera di espansione dell’alveo che ha abbassato il livello della falda.
Chiusa per portare l'acqua dal Pionca ai fossi limitrofi 18-03-2012

Il livello dell’acqua è così basso che non raggiunge le chiuse per ricaricare i fossi lasciandoli secchi senza vita ne per le piante, ne per gli animali, ne per i raccolti dell’uomo.
Alla fine è quasi mezzogiorno, torniamo a casa con tre domande che speriamo poter rivolgere ai rappresentanti del Consorzio di Bonifica Acque Risorgive al prossimo Pionca Day :
• Con tutta quella biomassa cosa accadrà nella stagione estiva se la portata del Pionca si abbasserà ancora? Potrebbe andare in eutrofizzazione il corso d’acqua provocando la morte di tutta la fauna presente?
• Perché non sono state introdotte specie di pregio sia tra la flora sia tra la fauna? Avrebbero contribuito ad un controllo idraulico, ad un controllo qualitativo con la loro azione depurativa e ad una rinaturalizzazione del corso d’acqua prevenendo la comparsa di specie alloctone pioniere.
• Perché si è realizzata una sola cascata per l’ossigenazione delle acque? Con l’ossigenazione delle acque non solo si favoriscono pesci e anfibi ma anche microrganismi aerobi che degradano la materia organica prevenendo una possibile eutrofizzazione.