Perché Legambiente Circolo Riviera del Brenta, ha voluto promuovere il convegno “Idrovia PD-VE: problemi, istanze, soluzioni” di Sabato 1 Dicembre 2012 a Mira, Villa dei Leoni?
Siamo convinti che la battaglia per la difesa dell’ambiente non debba essere disgiunta da una continua e pressante richiesta che le istituzioni, attraverso nuove e più incisive forme di confronto democratico, diano maggiore ascolto alle istanze provenienti dal territorio, ma stiamo imparando che i sistemi di consultazione pubblica attuati oggi non sono sufficienti a garantire un’efficace gestione dei conflitti territoriali (TAV, Veneto City, ecc.). C’è bisogno una gestione che non si basi sull’autorità del proponente, ma sulla forza dell’argomentazione, sul confronto collettivo e sull’apprendimento cooperativo tra i vari soggetti partecipanti al confronto.
Altri paesi europei si sono dotati da tempo di strumenti normativi e procedurali di “dibattito pubblico” che garantiscono alla popolazione, alle comunità nonché ai portatori di interesse di affrontare i problemi al momento in cui questi si manifestano e di formulare proposte di soluzioni che derivano dalla sovrapposizioni di vari livelli di conoscenza:
in primo luogo la conoscenza scientifica, unica in grado di fornire solida argomentazione alle proposte;
in secondo luogo la conoscenza locale, ovvero il patrimonio dei saperi che ogni comunità territoriale detiene e ai quali lega la propria identità e le proprie prospettive di vita;
infine la conoscenza propria del sistema istituzionale, che deve servire a mediare e raccordare proposte, istanze e visoni.
Le procedure di approvazione dei piani e di valutazione ambientale vigenti oggi non garantiscono il corretto confronto di queste tre sorgenti di conoscenza per il semplice motivo che la consultazione arriva quasi sempre quando le scelte si trovano già ad un avanzato livello di maturazione, a volte irreversibile, e il conflitto diventa inevitabile.
Legambiente chiede quindi che il problema dell’Idrovia, così come tutti gli altri problemi destinati a incidere profondamente sui territori, venga inserito in una nuova procedura decisionale che presenti le seguenti caratteristiche:
la consultazione e il dibattito devono avvenire in modo aperto e tempestivo, ovvero prima dell’avvio della fase di esame e valutazione dei progetti da parte degli organi istituzionali;
i metodi di consultazione devono garantire che l’ascolto delle istanze economiche e sociali venga effettuato da organismi indipendenti in grado di garantire un equo trattamento a tutti i partecipanti al confronto;
i criteri di valutazione adottati vadano oltre l’orizzonte dell’immediato interesse per cercare di coniugare per davvero i tempi brevi dell’impresa economica con i tempi lunghi dei sistemi ambientali.
E’ necessario promuovere in tal senso il confronto a scala locale con l’obiettivo di generare proposte il cui valore vada al di la degli schieramenti e delle retoriche irritanti che frequentemente accompagnano le scelte compiute dagli organismi pubblici.