Sintesi degli interventi al Convegno “Non asfaltiamo il futuro. Proposte per una diversa mobilità tra Padova e Venezia” – 15 Novembre 2011 – Villa dei Leoni – Mira (VE)
Il convegno è stato ricco di informazioni e di spunti per ulteriori riflessioni; sei relazioni in quattro ore dense, con la sola pausa per il buffet, che hanno messo a dura prova la resistenza dei presenti; ma così deve essere un convegno serio: impegnativo e capace di approfondire gli argomenti.
I relatori hanno affrontato i diversi aspetti del tema “mobilità”:
– Mattia Donadel (Comitati Ambiente Territorio): ha descritto la situazione attuale e i progetti che si vorrebbero realizzare nell’area, evidenziando la spirale perversa “più asfalto-più cemento-più asfalto-più cemento …” e sottolineando come essi (Veneto City, autostrada Romea, camionabile lungo l’idrovia, polo logistico di Dogaletto, ecc.) non rispondano a reali esigenze provenienti dai cittadini, dal mondo del lavoro e dell’impresa, anzi. Inoltre ha fatto emergere l’obiettivo di speculazione fondiaria-finanziaria che li sostiene e collega.
– Igor Jogan (esperto di valutazione ambientale): ha posto l’attenzione sulla VAS (Valutazione Ambientale Strategica), a cui dovrebbero essere sottoposti i piani e programmi per valutare gli effetti ambientali a livello delle scelte strategiche di sviluppo. In Italia la direttiva europea sulla VAS è stata accolta in ritardo, senza la dovuta sperimentazione, con insufficiente rigore e determinazione, per cui il più delle volte la procedura di VAS non produce gli effetti desiderati. Inoltre vanno evidenziati i limiti originali di questa procedura. Essa si basa sull’idea di valutare, e quindi ridurre, l’impatto o il danno ambientale nei processi attivati, nonostante l’affermazione in anni più recenti di un concetto molto più appropriato per la valutazione delle strategie quale è quello di sostenibilità. Quest’ultimo concetto implica una svolta strategica nelle scelte pubbliche che devono intervenire in modo tale da contribuire ad eliminare l’eventualità del danno, più che a limitarsi a mitigarne gli effetti.
– Ilario Simonaggio (Segretario CGIL Trasporti Veneto): ha affrontato il tema dell’importanza del trasporto pubblico nella soluzione dei problemi posti dalla mobilità delle persone e delle merci, rimarcando come la Regione Veneto abbia di fatto completamente trascurato il trasporto ferroviario regionale, che riguarda la quota maggioritaria delle persone che usano il treno, ossia i pendolari, mostrando invece grande sensibilità per TAV e, soprattutto, per il trasporto su gomma. In tal modo, diminuendo la capacità trasportistica della ferrovia, si spinge sulla costruzione di nuove strade e autostrade a pagamento, con impegno di soldi pubblici e guadagno di aziende private.
– Francesco Musco (Università IUAV Venezia): ha rivolto l’attenzione ai processi di partecipazione dei cittadini. Essi sono previsti dalla procedura VAS e adottati in altri paesi europei con successo durante tutte le fasi della pianificazione e della progettazione; in Italia, invece, si tende a coinvolgere la popolazione ”a scelte fatte”, anche quando è evidente che questo modo di procedere determina antagonismo sociale, favorisce la sindrome “NIMBY” (“non dietro a casa mia”), allunga i tempi di realizzazione anche delle opere necessarie.
– Carlo Giacomini (Università IUAV Venezia): ha messo in luce la non fondatezza del concetto di “corridoio europeo” utilizzato, in particolare dalla Regione Veneto per giustificare quasi esclusivamente la costruzione di autostrade, quando invece l’Europa prevede anche in l’Italia progetti di assi prioritari europei esclusivamente ferroviari (e di navigazione marittima), sia nord-sud che ovest-est. Ha poi sottolineato come la filosofia della costruzione di nuove infrastrutture sia sempre più lontana da una vera attenzione ai reali problemi di mobilità, perché le preoccupazioni dei promotori e costruttori di infrastrutture sono non solo sempre più avulse e diverse da quella di fare servizi e funzioni di mobilità, ma quasi sempre del tutto inutili per la soluzione delle vere necessità di quest’ultima. E che è invece possibile rovesciare il modo di pensare, ragionando e promuovendo servizi e funzionalità di mobilità nuovi e diversi con le risorse infrastrutturali disponibili (e potenziabili e innovabili). Con notevole efficienza e sostenibilità della spesa.
– Edoardo Zanchini (Responsabile energia e trasporti, Segreteria nazionale di Legambiente): ha rimarcato la necessità di vedere i singoli progetti all’interno del quadro complessivo e di svelarne gli obiettivi, anche i più nascosti; è necessario far opera di informazione della popolazione e di affiancare, senza confusione di ruoli, l’attività dei comitati. Essi a volte si pongono in modo puramente oppositivo, spinti dalla sindrome Nimby; ma altre volte approfondiscono i problemi, proponendo anche delle soluzioni alternative, come dimostra il caso dei CAT.
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