Cibo

Cibo sano, equo e sostenibile

L’agricoltura ha un peso rilevante tra le cause di cambiamento climatico. Il sistema agroalimentare globale, se si includono le emissioni associate alle attività di pre e post produzione, è responsabile di oltre il 30% delle emissioni climalteranti, imputabili soprattutto al comparto agro-zootecnico. Le pratiche agricole intensive su estese superfici di monocoltura, a causa dell’utilizzo di fertilizzanti di sintesi e di fitofarmaci causano impoverimento dei suoli, compromettendone la capacità di assorbimento della CO2 e determinando la perdita di biodiversità naturale.

Gli allevamenti intensivi determinano crescenti carichi emissivi su acqua, aria e suolo, per far fronte a una domanda alimentare eccessivamente sbilanciata verso i prodotti di origine animale. Secondo CIWF (Compassion in World Farming), su 620 milioni di animali allevati in Italia ogni anno, 565 milioni circa sono allevati proprio in sistemi intensivi. Un  kg di carne rossa determina la produzione di 25 kg di CO2, il consumo di 18.800 litri di acqua e di 346 mq di territorio contro i 5 kg di CO2, i 9.000 litri di acqua ed i 61 mq per un kg di carne suina oppure i 4 kg di CO2, i 4080 litri di acqua ed i 44 mq per un kg di carne avicola. In Europa si calcola che quasi i tre quarti dei seminativi siano coltivati non per produrre materia prima alimentare per le persone, ma mangimi per gli animali.

Allo stesso tempo, l'agricoltura è anche vittima del surriscaldamento globale. In Italia i segnali di desertificazione sono allarmanti e la progressiva tropicalizzazione minaccia tradizioni agricole millenarie a favore di nuove colture, mentre i fenomeni estremi, come piogge intense, nevicate fuori stagione, ondate di calore, tempeste violente mettono in ginocchio interi territori.

Vogliamo che il Governo dia sostegno concreto alle aziende che utilizzano pratiche agricole sostenibili, che tutelano le risorse naturali e la varietà genetica e che rendono unico e irripetibile ogni territorio della nostra penisola. 

Le soluzioni innovative e gli obiettivi di riduzione delle emissioni in gran parte devono passare attraverso il supporto all’agricoltura biologica e alle buone pratiche di agroecologia altrimenti continuerà ad avere la meglio un modello iniquo e superato a prevalente beneficio di grandi aziende che praticano agricoltura e zootecnia intensiva, per altro di scarsa qualità dal punto di vista nutrizionale. Oltre a ciò è necessario programmare una riduzione del carico zootecnico, oggi prevalentemente concentrato nelle pianure del Nord Italia. Le politiche agricole italiane e regionali stentano a cogliere la domanda di cambiamento che sia i cittadini che le aziende agricole più innovative pongono con insistenza. Eppure, è questa innanzitutto l’agricoltura da sostenere e sviluppare, quella che ha l’agroecologia come modello di riferimento e che intreccia rapporto con il territorio e buone pratiche (rotazioni, sovesci, servizi ecosistemici) a vantaggio dell’innovazione, dell’economia circolare e del risparmio idrico ed energetico.

 

APPROFONDIMENTI

Rapporto Pesticidi: Rapporto Stop Pestidici (-> https://www.legambiente.it/wp-content/uploads/dossier_stop_pesticidi_2019.pdf)

La politica agricola comune: Agricoltura E Clima: Le Sfide Per La Pac Del Prossimo Decennio (-> https://www.cambiamoagricoltura.it/wp-content/uploads/2019/05/dossier-agriserra.pdf)

TORNA SU